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"Il potere dei morti è così diventato potere degli dei, la scienza dei morti si è trasformata in scienza degli dei, cioè religione." L'alienazione del doppio si è solidificata molto lontano e molto in alto. Il Pantheon divino per quanto distante è in ogni caso riflesso della storia umana. N'esprime a pieno la coscienza, ma è situato su un piano così elevato, da eliminare qualsiasi possibilità d'interazione diretta con l'uomo. È necessario lo sviluppo di un nuovo tramite fisico dotato di caratteristiche che lo rendano adatto al confronto, ma se la messa in opera è frutto della fatica umana, il progetto è divino. L'"artefatto nodale" non è più estensione dell'umano verso il mondo altro, ma è un concetto che trova origine proprio in questo mondo alieno virtuale. La sua proiezione nella realtà fisica, trova maturità nella materia. Un ponte non umano plasmato da mano mortale. La concretizzazione del volere di un'immortale, trova soluzione nell'estetica della fatica, della privazione, del dolore. I nodi in bilico tra le due realtà rivelano la grandezza del mondo altro in una fisicità così presente d'apparire irreale, artificiale. Quest'aspetto poggia le basi sull'estremo sforzo mortale della produzione intellettiva e fisica, come a voler dimostrare che un mondo virtuale, per palesarsi nel reale, necessita di un "corpo" estremizzato nella forma e nella funzione e di un "luogo" adatto.

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